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The Accord: quando surf fa rima con estremo NORD

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  Dimenticate le lunghe spiagge assolate, il clima mite, i costumi variopinti, le onde perfette che aspettano solo di essere surfate… in Islanda il surf è tutt’altra cosa, e dipende da un unico signore e padrone incontrastato: il vento. In "The Accord", in programma all’Ocean Film Festival WT Italy 2017 è un  singolare film dedicato alla minuscola community dei surfer islandesi, che ha ricevuto diversi premi tra cui il Creative Excellence Award al Banff Mountain Film Festival e il Grand Prize al Kendal Mountain Film Festival. Di seguito una breve intervista al regista RC Cone. L’idea iniziale è stata del vostro amico e fotografo di surf Elli Thor Magnusson, che voleva fare un film sul surf in Islanda. Come avete trasformato in una sceneggiatura i suoi scritti? Abbiamo lavorato insieme. Durante i mesi della produzione in novembre non è stato possibile fare surf per molto tempo. Tra un caffè e una birra, abbiamo deciso di trasformare l’idea del vento in un personaggio. Abbiamo cercato di capire che cosa funzionava e che cosa non funzionava. Da lì ho aiutato a trasportare sullo schermo alcune idee di Elli che fortunatamente è un fotografo straordinario e una volta chiariti i concetti non è stato difficile trasformarle in immagini. Dopo aver iniziato senza alcuno sponsor, 66 North, uno dei principali brand outdoor islandesi ha deciso di sponsorizzare il progetto. Com’è andata questa collaborazione?   Vi hanno posto dei limiti? Nessun limite. Le persone di di 66 North sono straordinarie e quel brand rappresenta davvero nel modo migliore che cosa significhi vivere su quest’isola. 66 North produce attrezzatura per i pescatori islandesi dal 1926 e nessuno meglio di loro può capire la cultura del surf da queste parti. Peraltro, non so quanti altri brand ci avrebbero lasciato “giocare” con il vento come abbiamo fatto, buttando un po’ il tutto sul ridere. Loro hanno scelto di rischiare insieme a noi. Avete due bellissimi trailer per il vostro film, ma come si fa un trailer per un film che è già un cortometraggio? È una bella domanda perché per quanto mi riguarda ogni trailer è diverso. Per The Accord, non sapevamo se puntare sul personaggio del vento o sulle immagini di surf. Alla fine ne abbiamo fatti due. Sapevamo che entrambi questi trailer avrebbero rappresentato nel modo giusto il nostro film per il nostro pubblico, quindi perché non farli entrambi? Hai detto di non essere un regista specializzato in questo tipo di riprese e che questo ti ha impedito di realizzare alcune immagini, come hai superato questo problema? In realtà non l’ho superato. Non c’è una sola immagine che sia girata dall’acqua, cosa che normalmente è uno standard assoluto per i film di surf. Avere due punti di ripresa dalla spiaggia ha aiutato molto, ma se dovessi girare nuovamente il film chiederei a qualcuno di nuotare con la camera, almeno per qualche scatto. Il surf è qualcosa di viscerale, è fatto di acqua, e in Islanda anche di freddo: una camera subacquea avrebbe sicuramente reso meglio tutto questo. A quale avventura stai pensando per il prossimo film? Mi sento ancora sulle nuvole, mentre porto in giro The Accord. La prima mondiale a Telluride è stata una delle esperienze più belle della mia vita e recentemente ho vinto un paio di premi in qualche altro festival di surf,. Dico sempre che The Accord ha distrutto la mia vita, ovviamente esagero ma credo che dovrò ricaricarmi un po’ dal punto di vista della creatività, attualmente non so bene che cosa farò dopo questo film. Mi dedicherò a pagare i conti, fino a quando non mi verrà in mente qualche altra bella storia da raccontare    

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