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Photo credit: http://longrunsaturday.tumblr.com/[/caption]
Articolo tradotto e adattato da Runner's World
L'abbiamo vista in "Curiosity" prima cantare con una cuffia da rana in testa, e poi tagliare il traguardo dell'Ultra Trail du Mont Blanc 2014. Lei è Rory Bosio, ha 30 anni, fa l'infermiera e vive in California, a Truckee. Ha vinto le edizioni 2013 e 2014 dell'Ultra Trail du Mont Blanc, gara che si sviluppa per un totale di 160 km e 9600 metri di dislivello. Il percorso circumnaviga il Monte Bianco muovendosi sulle Alpi francesi, Italiane e svizzere, per concludersi a Chamonix in Francia. È la seconda donna Americana ad aver vinto due volte questa gara (edizioni 2013 e 2014) insieme a Krissy Moehl: Rory Bosio ha infatti chiuso l'edizione 2013 con il tempo di 22:37:26 accolta dalla folla festante radunatasi lungo le vie di Chamonix. L'edzione 2014, partita il 29 agosto da Chamonix alle 5,30 del pomeriggio l'ha vista per la seconda volta vincitrice con il tempo di 23:23:20. Ecco una sua intervista rilasciata prima della gara.
Runner's World:
Quando hai capito di aver vinto la gara lo scorso anno?
Rory Bosio: Alla fine. Cerco di non lasciare che il pensiero della vittoria mi chiuda la mente mentre corro. Certo, ero felice di essere in testa, ma non pensavo che sarebbe durato. Preoccuparsi troppo del risultato distrae da altri elementi come il godersi il terreno o il panorama, stare attenta a che cosa mangio o anche solo flirtare con qualche bel runner francese con le mie pessime conoscenze di questa lingua. Spero che non sia il mio risultato quello che abbia reso questa gara indimenticabile. Quando ripenso all'UMTB la prima immagine che mi viene in mente non è la linea del traguardo, sono tanti piccoli momenti lungo il sentiero quelli che amo di più ricordare.
RW:
Qual è la tua parte preferita di questa corsa, se ce n'è una, e perché?
RB: Dire quale parte di gara preferisco è come preferire un figlio a un altro. Ma a essere onesti c'è sempre un figlio prediletto (mia nonna non ha nessun timore nell'ammetterlo, e ne ha dieci tra cui scegliere)! Lo scorso anno, ho amato l'alba mentre arrivavo a La Fouly (Svizzera), dopo aver attraversato il Col Ferret. Era un momento magico, sereno, davvero stupefacente. L'aria era del tutto immobile, i colori del mattino erano inizialmente tenui, poi diventarono sempre più intensi e la valle è decisamente pittoresca. In quel momento la gara è come scomparsa e mi sembrava di essere uscita semplicemente per fare una corsa mattutina.
RW:
C'è stato qualche momento particolarmente duro che hai dovuto affrontare lo scorso anno? E che cosa fai in questi casi?
RB: Cerco di non combatterli più di tanto e di accettare il fatto di stare vivendo una crisi. Se porto pazienza e cerco di risolvere il problema, normalmente passa nel giro di qualche ora. Non ricordo dei precisi momenti di crisi ma di solito si tratta di quel tipico misto di nausea e gambe stanche. Di solito in quei momenti rallento, mangio qualcosa, mi dico qualcosa di carino e riprendo a correre, anche se sembra più facile a dirsi che a farsi. In quei momenti la pazienza è come il comunismo, ottimo in teoria ma molto difficile da mettere in pratica.
RW:
Ci vuoi raccontare di come riesci ad affrontare le gare con umorismo e leggerezza?
RB: Cerco di ricordarmi che sto solo correndo, che è solo una gara. Tenere a mente perché corro mi fa godere di più la gara. "Fingi fino a che non riesci" è il mio motto, nel senso che se riesco a tenere un atteggiamento mentale positivo, allora ogni problema fisico è meno pesante; all'opposto di quando mi lamento e sono negativa. Devo anche dire che è facile avere un atteggiamento positivo quando fai la tua attività preferita: correre tra le montagne su splendidi sentieri e circondati da persone che condividono le tue stesse passioni. Mi sento molto fortunata che il mio corpo riesca a portarmi in questi posti fantastici e sarebbe da ingrati essere negativi e focalizzarsi solo sui problemi.
(...)
RW:
Quanti km a settimana percorri per allenarti a una gara come l'UMTB; ti sei preparata nello stesso modo per queste due edizioni?
RB: Non ne ho idea. Non uso un orologio e non tengo traccia dei miei allenamenti. Non voglio sembrare superficiale ma sono pigra e non ho voglia di registrare tutte queste cose. Così, spero di aver corso abbastanza ma non troppo. Difficile a dirsi. Ho anche poca memoria. Non ricordo quanto ho corso lo scorso anno, so che questo allenamento mi sta piacendo moltissimo, e credo che questo sia più importante rispetto a seguire un piano preciso.
(...)
RW:
Che cosa mangi durante una gara?
RB: Tutto e niente. Un esempio di pasto può essere: patate dolci, nocciole, coca cola annacquata nella mia sacca per i liquidi, cioccolato, salame, formaggio, frutta, barrette, crema di cioccolato, crepes, pizza, avocado, caramelle, caffè. Sembro insaziabile mi rendo conto.
RW:
Nella vita sei un'infermiera pediatrica a Truckee in California, come vivi la tua professione?
RB: Sì, (...) decisamente amo il mio lavoro, credo che sia un'ottimo affiancamento alla corsa.