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Photo By Jimmy Chin[/caption]
Articolo adattato e tradotto da Nautil.us
Negli Stati Uniti Alex Honnold è diventato un verbo. Nel senso che “To honnold”— utilizzato nella forma “honnolding”— è diventato sinonimo di trovarsi in luoghi elevati, privi di protezione, precari, con le spalle al muro e con lo sguardo dritto nell'abisso. Affrontare la paura, ma nel senso di averla di fronte. Il verbo si rifà a
questa immagine scattata nel parco nazionale di Yosemite, in cui Alex è in piedi su una sottilissima striscia di roccia, con i talloni contro la parete e le dita dei piedi nel vuoto. L'immagine risale al 2008 quando Alex divenne il primo arrampicatore a scalare il granito dell'Half Dome da solo e senza corda.
Honnold è forse il più grande arrampicatore "free solo" della storia: se si considera che oltre i 15 metri ogni caduta sarebbe con ogni probabilità fatale, quando Honnold affronta le sue più impegnative scalate in free solo sta di fatto che può arrivare a trascorrere più di 12 ore nella "zona della morte" e, nelle parti più difficili delle sue vie di arrampicata, le sue dita hanno un contatto con la roccia che è molto simile a quello che la maggior parte delle persone ha con il touchscreen del proprio smartphone (...). In molte persone, anche soltanto guardare un video delle sue imprese è causa di vertigini, palpitazioni o nausea: lui stesso, del resto, ammette che gli sudano le mani quando riguarda i suoi filmati e, nonostante dica di provare paura, è diventato un simbolo della sua totale mancanza.
Ma come può una persone rimanere calmo e gestire la paura? Alex, in passato, ha ammesso di non essere più di tanto curioso di sapere che cosa scatti - o non scatti - nel suo cervello affinché possa reagire come effettivamente reagisce nelle situazioni più estreme - "ho sempre preferito non guardare dentro il cervello: se funziona così, funziona così. Perché farsi domande?" Alla fin, però, ha ceduto alla dottoressa Jane Joseph, della Medical University of the South Carolina. Dal 2005, infatti, Jane Joseph studia attraverso la risonanza magnetica il cervello delle persone che sono alla ricerca di sensazioni forti e sono disposte a prendersi dei rischi pur di provarle. In particolare, la dottoressa Joseph ha voluto studiare come si comporta l'amigdala di Alex Honnold, dato che è questa parte del cervello a essere considerata "la centralina di controllo" delle emozioni, e della paura in particolare. L'amigdala riceve informazioni direttamente dai nostri sensi, che reagiscono immediatamente (come quando, per esempio, facciamo un passo indietro di fronte a un precipizio) e innescano alcune reazioni che tutti conosciamo (battito cardiaco accelerato, mani sudate ecc). Queste informazioni vengono poi inviate alla corteccia cerebrale, che le trasforma nell'emozione conscia della paura.
Durante la risonanza magnetica, sono state mostrate a Honnold una serie di immagini inquietanti che, in soggetti normali, provocano determinate reazioni a livello dell'amigdala, ma con Honnold questo non si è verificato. "Forse la sua amigdala non si attiva," dice la dottoressa Joseph "Ma potrebbe anche avere un sistema di corteccia cerebrale talmente sviluppato che riesce a neutralizzare i suoi impulsi".
La reazione di Alex? Una volta uscito dalla macchina della risonanza ha chiesto alla dottoressa Jospeh: "Quelle immagini avrebbero dovuto farmi sentire sotto stress?"
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